domenica 30 giugno 2013

2013 Da Zadar a Kérkyra – 7a parte



23 giugno, domenica – Kassiopi
Turisti a Kassiopi
Sì, è vero che il mattino ha l’oro in bocca. Anzi, aggiungerei, anche nelle gambe! Ritemprato da un buon sonno, mi viene voglia di fare quattro passi tra le rovine del Castello Bizantino che sovrasta il golfo, la banchina dove siamo ormeggiati e la graziosa cittadina di Kassiopi. Di questa roccaforte attualmente è rimasto in piedi solo il muraglione perimetrale la cui lunghezza totale non supera il chilometro. Tra queste mura e con alterna fortuna trovavano rifugio gli abitanti dalla zona per difendersi sia dalle invasioni delle tribù barbare sia dalle mire espansionistiche dei Goti, dei Normanni e della Serenissima Venezia. L’interno risulta un po’ trascurato anche perché rigogliosa è la vegetazione spontanea, salvo qualche centenario esemplare di ulivo.
Sono appena le 6 e 30 del mattino e sono ovviamente l’unico visitatore. Cammino lentamente tra l’erba alta, su un piccolo tracciato formato dal calpestio di altri visitatori. Unica compagnia: un grande silenzio in un’atmosfera suggestiva che mi fa vagare indietro nel tempo. Penso alla paura delle persone assediate dagli invasori, alle donne e ai bambini la cui speranza di vita era affidata solo alla protezione di quelle mura possenti e al capriccio del destino. Ogni tanto mi arrampico su qualche masso dirupato, respiro profondamente la brezza del mattino e mi riempio gli occhi del blu luminoso e trasparente di questo mare.

Dall'alto del Castello
Esco un po’ turbato da quelle antiche mura e mi incammino verso il paesino che si sta risvegliando dal torpore della notte. Mi soffermo a guardare vecchie foto del piccolissimo villaggio di pescatori che un tempo era Kassiopi. Queste sono esposte e pronte per la vendita davanti ad un fornito market. Colpito dalla mia interessata curiosità, si affaccia sulla soglia il proprietario. Un anziano dai capelli bianchi e stirati all’indietro che porta bene i suoi tanti anni. Mi sorride e mi parla, in un buon italiano, delle differenze tra il porto di allora e quello di oggi, facendomi notare di quanto il mare si sia ritirato. Mi parla inoltre di un episodio di quando era un ragazzino di appena 12 anni. Riguarda i numerosi soldati italiani che erano sull’isola con gli alleati tedeschi al tempo del cambio di comando avvenuto in Italia con la sfiducia a Mussolini da parte del Gran Consiglio e della successiva caduta del fascismo. Proprio a Corfù c’era un grosso contingente militare italiano che si trovò a dover combattere contro gli ex alleati tedeschi, aiutato in questo dai partigiani comunisti dell’isola.
Un episodio ripetuto nei modi e nei tempi nella non lontana Cefalonia, dove si ebbero da parte italiana più di ottomila morti riportati dalla nostra storia come l’eccidio di Cefalonia, una delle pagine più amare dell’ultima guerra.
Saluto il mio vecchio amico con una stretta di mano e un sorriso molto amaro.


24 - 25 giugno, lunedì e martedì – Sivota o Mourtos!
Ci avviciniamo sempre più alla nostra meta finale, ma dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per sistemare la pratica dell’ormeggio di Experience. Niente di meglio che costeggiare Kérkyra e approdare sulla costa continentale. Muortos è un paesino moderno nato dalle richieste del mercato turistico. Niente da spartire con il tipico paesaggio delle Cicladi o delle Sporadi, ma in compenso la zona è ben collegata, ha belle e numerose spiagge e tre isolette distanti dalla terraferma poche centinaia di metri.
Alba nel porticciolo di Mourtos
Lonely bay
Lonely beach
 Le tre isole, nisis in greco, si chiamano N. Sivota, N. Mauros, e l’immancabile N. Ay Nikolas. Sulla terraferma sorge l’ex villaggio di pescatori Muortos, che di sera non è per niente muortos in quanto chiama a raccolta i vacanzieri e i residenti del circondario. Noi optiamo per una tranquilla notte in rada, protetti dalle tre isole che ci riparano dal vento e dalle onde.
Alla fonda a N. Sivota

Uh maro', arrivano i pirati!
Con il tender si scende a terra per la spesa e tra le cose acquistate una bottiglia di Ouzo Barbayanni, il tipico liquore greco all’anice che avrà il compito di correggere il rituale caffè pomeridiano e di chiudere tutte le nostre prossime serate. Un po’ come faceva la Rai in bianco e nero di una volta, verso mezzanotte, una rete che scendeva sul mappamondo e tutti gli adulti a letto. Per i bambini e i ragazzetti ci aveva già pensato l’immancabile carosello.
Nella mattinata successiva, una incursione a terra del nostro Captain ci allerta sulla possibilità di trovare posto in banchina. Dieci minuti dopo siamo a regolare le barbette che ci tengono già legati al pontile mentre Barbara, sempre più anchor woman ufficiale, sistema l’ancora a prua talmente bene che ci vorrà l’intervento del Captain in versione sub per sfilarla dalla catenaria dove si era incastrata. Bella la vita in rada ma ci vuole anche il resto. Telefono per sentire casa, wifi per il blog, qualche bar per una bella birra fredda. Mi faccio i soliti due passi e in una stradina secondaria di Mourtos vedo un bar con l’insegna “Caffe Mauro”: “Quasi quasi mi sparo un espresso!”
“Kalimera”, dico alla finta bionda al banco. “Please, one coffee.” Lo bevo con gusto, niente male. “How much?” “Two euro, mister.” “Two euro per ONE coffee!” (Tra me: “Ma li mourtos c’ha tin’ tu e memmeta, manco in piazzetta a Capri!”)
Tra una lettura, un bagnetto e un riposino, si fa subito sera. Il Captain decide di cenare fuori e per evitare altre sorprese decidiamo di ritornare da una vecchia conoscenza provata l’anno scorso. Si chiama: Tradicional Taverna – Steak House. Chiediamo se c’è disponibilità per una presa elettrica per il note book e se c’è le rete wifi. Nonostante la sala sia già affollata, la risposta è affermativa.
Dimitri ci mette a disposizione un tavolo da sei posti un po’ defilato per non essere disturbati e cenare in santa pace. Scegliamo tre diverse pietanze di carne: pollo, misto carne e per me agnello al cartoccio, che definire favoloso è poco. Il tutto accompagnato da verdure al forno innaffiate doverosamente da un boccale di Mithos. Chiedo al gentile Dimitri di posare per me per una foto per il blog. Ne è sorpreso e compiaciuto e poco dopo di sua iniziativa ci porta un’altra Mithos e un assaggio di dolcino.
Dimitri
La taberna di Dimitri
Siamo sazi e il blog è stato pubblicato. Sbaracchiamo la postazione e chiediamo il conto. Incredibile: 12,00 € a testa! La palma di migliore ristorante incontrato andrà sicuramente a questa taverna per qualità, cortesia e prezzo. Salutiamo e confidiamo nel detto: Non c’è due senza tre. Cià Dimi'
Una dritta per gli amici!


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