12 giugno, mercoledì – Da Brac a Hvar
Hvar è la seconda grande isola a sud di Split, dopo la prima
Brac che si distende per 45 km
lungo la costa dalmata. Il nostro piano di navigazione di oggi è molto
semplice, lasciare il fiordo di Milna, puntare a est verso un’altra insenatura,
quella di Vrboska, che si trova sul lato nord di Hvar. 20 miglia in tutto, con
vento in poppa, solo fiocco e motore a supporto di una navigazione tranquilla.
La paninoteca di bordo per pranzo assembla un ottimo panino al formaggio fresco
su letto di pomodoro e cetriolo tagliato sottile, qualche goccia d’olio
extravergine e di tabasco e un pizzico di sale. Il pane, morbidissimo, ai semi
di girasole. Come frutta una pesca e due albicocche. E, per non farci mancare
niente, parola mia, un caffé con la schiuma da far invidia al bar Calabrese.
Intanto siamo quasi all’imboccatura dell’insenatura tra un verdeggiare di pini
d’Aleppo e macchia mediterranea. Non c’è spiaggia ma solo lastroni di calcare
che declinano verso il bagnasciuga. È un pezzo di paradiso sulla terra che
richiama alla mente le condizioni primordiali della Genesi. Infatti, passando
ad una ventina di metri dagli scogli notiamo disinvolte figure di bagnanti che
sfoggiano lo stesso costume adamitico dei nostri progenitori prima della
cacciata dal Paradiso Terrestre.
Paradise visto da terra |
Paradise visto dal mare |
Josko the best |
L'insenatura di Vrboska |
Seguirà la consueta sgambatura per il delizioso paesino
tra qualche gelateria e qualche bar, che nell’offerta include anche la
connessione wifi. Il momento è importante perché tra questi tavoli e boccali di
birra svuotati che verrà alla luce questa seconda edizione del nostro blog, per
la gioia di qualche amico/a veramente affezionato/a. BONTÀ VOSTRA!
13 giugno, giovedì – Passeggiata da Vrboska a Jelsa * Alla
fonda nella Baia di Loviste
Qualche cigolio fastidioso della
scaletta a poppa mi sveglia dal mio giusto sonno. È già chiaro e il sole si è
appena alzato sulle cime degli alberi più alti. Che bello! Tutto è silenzio, ho
voglia di fare qualche cosa. Ma non in barca – l’equipaggio dorme ancora! Una
bella passeggiata non sarebbe male. Mi attrezzo: scarpe comode, pantalone lungo
leggero, cappellino, maglietta e naturalmente marsupio. Vedo da lontano una
tabella con la pianta dell’insenatura e i vari percorsi indicati da fare in
bici o a piedi. Scelgo la strada che porta a Jelsa, distante 4 km, e sul lato opposto
dell’insenatura rispetto a dove si trova il camping dei nudisti. La strada è
alberata e scorre ad una dozzina di metri dal mare che questa mattina è pieno
di onde spumeggianti che si rompono sugli scogli. Ci sono sicuramente 20 nodi
di vento da NE. Chi sa se oggi riusciremo a partire? Due ragazzette mi
precedono, ma mi tengo a debita distanza per non disturbarle.
Passeggiata mattutina |
Di tanto in tanto
scatto qualche foto con la mia Power Shot SX210, fedele compagna delle mie
escursioni. E questa mattina gli spunti non mancano. Vengo attratto dalla
bellezza essenziale di un manufatto ligneo composto da 4 tronchi tenuti in
verticale da una base di cemento. Tra loro una fessura di luce con pianta a
croce. Cerco di coglierne la scarna bellezza.
Scultura lignea |
Faccio un paio di tornanti e mi
imbatto in un gruppo di “amazzoni”, una dozzina direi, con loro il trainer, che
evidentemente sta concludendo la seduta di allenamento, sono le sette di
mattino. Le donne sono allineate con le spalle al mare, l’allenatore sull’altro
lato della strada. Io, ovviamente, continuo la mia marcia e passo fra di loro.
Ad un certo punto parte un applauso, evidentemente per la fine dell’allenamento.
A me, capitato là in mezzo, non resta che inchinarmi, sorridere e ringraziare
con un ripetuto “thank you, thank you”. L’ilarità generale è inevitabile! Ma
che bella giornata che è “schiarata”.
Sempre in forma |
Arrivo nel paesino di Jelsa che
definire grazioso è poco. Mi siedo al bar del centro tra i tavolini già
affollati, eppure sono solo le sette e mezzo!
Ordino un cappuccino e un cornetto al cioccolato (vorrei vedere voi dopo 5 km!). Me la cavo con 22
Kune, circa 3 euro. Mi sembra di essere in Austria, anche se io in Austria non
sono mai stato. Il campanile della chiesa svetta sui tetti rossi a spiovente
delle case. Penso che una visitina sia doverosa. Mancano pochi minuti alle otto
e noto che la chiesa è aperta e alcune persone vi accedono. Faccio la stessa
cosa e trovo un bel gruppo di fedeli, circa una trentina, in attesa dell’inizio
del rito religioso.
Il richiamo dei rintocchi |
Sono le otto quando suonano le
campane e il sacerdote con i paramenti sacri si presenta per dare inizio alla
santa messa. Sembra di stare dalle parti di casa mia, solo che il prete parla
croato! La cosa mi interessa – una messa in croato mi manca. Devo dire che non
ho notato grandi differenze, dalle preghiere alla lettura del vangelo, tutto
come da noi. Infatti sono stato prontissimo all’esortazione in croato
“scambiatevi un segno di pace” a stringere la mano ai miei vicini di banco.
Visto da questa particolare
angolazione, penso che aver rinunciato alla messa in latino, sia stato come
rinunciare ad una lingua internazionale a favore di una lingua nazionale. I
cattolici avrebbero potuto parlare la stessa lingua almeno durante la Santa Messa, e questo in mezzo
mondo, e invece…accidenti!
Sono le 8.45, si è fatto tardi!
Devo ritornare a Vrboska. Speriamo che il comandante non sia partito senza di
me!
Faro all'estremità est di Hvar |
Lasciamo con un pizzico di
dispiacere Vrboska, per dirigerci verso Otok Korčula. Solo che per fare 17 miglia nautiche in
linea d’aria tra i due scali, ce ne toccheranno circa 37, per andare prima
verso est e poi ritornare di nuovo a ovest, dove si trovano i due promontori
estremi, a forma di indice e pollice, della penisola di Pelješac, praticamente
una specie di braccio attaccato appena alla costa ma proiettato verso il mare
per circa 90 km.
Al capo estremo della penisola, tra l’indice e il pollice, si trova la baia di Loviste.
Ci arriviamo verso le 17 e ci sono solo quattro barche alla fonda. La bandiera
di ognuna di queste si muove appena e indica provenienze diverse come Germania,
Francia, Spagna, Croazia. Siamo i soli italiani in giro. Ormeggiamo con tutta
calma, l’acqua è limpidissima e profonda.
Alla fonda nella baia Loviste |
Dopo poco in cucina si comincia a
spiattellare per la cena. Questa sera lo chef consiglia: cubetti di speck con
piselli in padella e patate al forno, insalatina verde e birra Karlovačko.
Anche i “consigli” dello chef non si discutono! Mi pare chiaro!
Pronto in tavola! |
Poi finalmente
arriva la sera: c’è tutto un lavorio in atto man mano che si fa scuro. C’è chi
provvede a smorzare pian piano la luce solare. C’è chi si cura di accendere le
stelle un po’ per volta, e chi guarnisce il cielo con uno spicchio di luna. In
un posto isolato come questo non si sente nessun rumore se non il frusciare
della brezza notturna tra le barche alla fonda e l’onda che frange sugli scogli
all’esterno della baia. Si vedono lontane le luci delle poche case del
villaggio dei pescatori e di qualche pensione per turisti, più vicino a me
quelle in testa d’albero che segnalano la presenza delle imbarcazioni.
L’equipaggio, stanco delle lunga navigazione, mi ha dato già la buonanotte. Mi
stendo in pozzetto su un comodo cuscino, pronto a godermi lo spettacolo in
atto. Experience mi culla appena e in mezzo a tutto questo non realizzo più se
sono sulla terra ferma, in barca, oppure navigo tra le stelle, tra i miei
pensieri, tra il mio passato, il mio presente.
Penso ad un uomo che tanti secoli
prima avrebbe osservato le stesse cose che vedo io e sentendosi come me,
piccolo, insignificante, smarrito, in questo immenso. Allora come adesso, lo
stesso uomo. Ma inizio ad avvertire un certo freddo. Brr. Forse è l’ora di
andare in cuccetta. Laku Noč, Krvatska (Buona Notte, Croazia).
Alba alla fonda |