sabato 15 giugno 2013

2013 Da Zadar a Kérkyra – 3a parte



12 giugno, mercoledì – Da Brac a Hvar
Hvar è la seconda grande isola a sud di Split, dopo la prima Brac che si distende per 45 km lungo la costa dalmata. Il nostro piano di navigazione di oggi è molto semplice, lasciare il fiordo di Milna, puntare a est verso un’altra insenatura, quella di Vrboska, che si trova sul lato nord di Hvar. 20 miglia in tutto, con vento in poppa, solo fiocco e motore a supporto di una navigazione tranquilla. La paninoteca di bordo per pranzo assembla un ottimo panino al formaggio fresco su letto di pomodoro e cetriolo tagliato sottile, qualche goccia d’olio extravergine e di tabasco e un pizzico di sale. Il pane, morbidissimo, ai semi di girasole. Come frutta una pesca e due albicocche. E, per non farci mancare niente, parola mia, un caffé con la schiuma da far invidia al bar Calabrese.
Intanto siamo quasi all’imboccatura dell’insenatura tra un verdeggiare di pini d’Aleppo e macchia mediterranea. Non c’è spiaggia ma solo lastroni di calcare che declinano verso il bagnasciuga. È un pezzo di paradiso sulla terra che richiama alla mente le condizioni primordiali della Genesi. Infatti, passando ad una ventina di metri dagli scogli notiamo disinvolte figure di bagnanti che sfoggiano lo stesso costume adamitico dei nostri progenitori prima della cacciata dal Paradiso Terrestre.
Paradise visto da terra
Paradise visto dal mare
Passato l’attimo di distrazione, ci avviciniamo sempre più alla banchina comunale di Vrboska, dove veniamo accolti dalla esuberante vivacità di Josko, il marinaio responsabile dell’ormeggio che per la sua bravura e due o tre battute in un italiano più che decente, si guadagna il primo posto nella speciale classifica di miglior ormeggiatore fin qui incontrato, la citazione e la foto sul blog: “Ragassi, siamo mica in giro a pettinar le bambole!”

Josko the best
L'insenatura di Vrboska
 Seguirà la consueta sgambatura per il delizioso paesino tra qualche gelateria e qualche bar, che nell’offerta include anche la connessione wifi. Il momento è importante perché tra questi tavoli e boccali di birra svuotati che verrà alla luce questa seconda edizione del nostro blog, per la gioia di qualche amico/a veramente affezionato/a. BONTÀ VOSTRA!

13 giugno, giovedì – Passeggiata da Vrboska a Jelsa * Alla fonda nella Baia di Loviste
Qualche cigolio fastidioso della scaletta a poppa mi sveglia dal mio giusto sonno. È già chiaro e il sole si è appena alzato sulle cime degli alberi più alti. Che bello! Tutto è silenzio, ho voglia di fare qualche cosa. Ma non in barca – l’equipaggio dorme ancora! Una bella passeggiata non sarebbe male. Mi attrezzo: scarpe comode, pantalone lungo leggero, cappellino, maglietta e naturalmente marsupio. Vedo da lontano una tabella con la pianta dell’insenatura e i vari percorsi indicati da fare in bici o a piedi. Scelgo la strada che porta a Jelsa, distante 4 km, e sul lato opposto dell’insenatura rispetto a dove si trova il camping dei nudisti. La strada è alberata e scorre ad una dozzina di metri dal mare che questa mattina è pieno di onde spumeggianti che si rompono sugli scogli. Ci sono sicuramente 20 nodi di vento da NE. Chi sa se oggi riusciremo a partire? Due ragazzette mi precedono, ma mi tengo a debita distanza per non disturbarle.

Passeggiata mattutina
 Di tanto in tanto scatto qualche foto con la mia Power Shot SX210, fedele compagna delle mie escursioni. E questa mattina gli spunti non mancano. Vengo attratto dalla bellezza essenziale di un manufatto ligneo composto da 4 tronchi tenuti in verticale da una base di cemento. Tra loro una fessura di luce con pianta a croce. Cerco di coglierne la scarna bellezza.

Scultura lignea
 Faccio un paio di tornanti e mi imbatto in un gruppo di “amazzoni”, una dozzina direi, con loro il trainer, che evidentemente sta concludendo la seduta di allenamento, sono le sette di mattino. Le donne sono allineate con le spalle al mare, l’allenatore sull’altro lato della strada. Io, ovviamente, continuo la mia marcia e passo fra di loro. Ad un certo punto parte un applauso, evidentemente per la fine dell’allenamento. A me, capitato là in mezzo, non resta che inchinarmi, sorridere e ringraziare con un ripetuto “thank you, thank you”. L’ilarità generale è inevitabile! Ma che bella giornata che è “schiarata”.

Sempre in forma
 Arrivo nel paesino di Jelsa che definire grazioso è poco. Mi siedo al bar del centro tra i tavolini già affollati, eppure sono solo le sette  e mezzo! Ordino un cappuccino e un cornetto al cioccolato (vorrei vedere voi dopo 5 km!). Me la cavo con 22 Kune, circa 3 euro. Mi sembra di essere in Austria, anche se io in Austria non sono mai stato. Il campanile della chiesa svetta sui tetti rossi a spiovente delle case. Penso che una visitina sia doverosa. Mancano pochi minuti alle otto e noto che la chiesa è aperta e alcune persone vi accedono. Faccio la stessa cosa e trovo un bel gruppo di fedeli, circa una trentina, in attesa dell’inizio del rito religioso.

Il richiamo dei rintocchi
 Sono le otto quando suonano le campane e il sacerdote con i paramenti sacri si presenta per dare inizio alla santa messa. Sembra di stare dalle parti di casa mia, solo che il prete parla croato! La cosa mi interessa – una messa in croato mi manca. Devo dire che non ho notato grandi differenze, dalle preghiere alla lettura del vangelo, tutto come da noi. Infatti sono stato prontissimo all’esortazione in croato “scambiatevi un segno di pace” a stringere la mano ai miei vicini di banco.
Visto da questa particolare angolazione, penso che aver rinunciato alla messa in latino, sia stato come rinunciare ad una lingua internazionale a favore di una lingua nazionale. I cattolici avrebbero potuto parlare la stessa lingua almeno durante la Santa Messa, e questo in mezzo mondo, e invece…accidenti!
Sono le 8.45, si è fatto tardi! Devo ritornare a Vrboska. Speriamo che il comandante non sia partito senza di me!

Faro all'estremità est di Hvar
 Lasciamo con un pizzico di dispiacere Vrboska, per dirigerci verso Otok Korčula. Solo che per fare 17 miglia nautiche in linea d’aria tra i due scali, ce ne toccheranno circa 37, per andare prima verso est e poi ritornare di nuovo a ovest, dove si trovano i due promontori estremi, a forma di indice e pollice, della penisola di Pelješac, praticamente una specie di braccio attaccato appena alla costa ma proiettato verso il mare per circa 90 km. Al capo estremo della penisola, tra l’indice e il pollice, si trova la baia di Loviste. Ci arriviamo verso le 17 e ci sono solo quattro barche alla fonda. La bandiera di ognuna di queste si muove appena e indica provenienze diverse come Germania, Francia, Spagna, Croazia. Siamo i soli italiani in giro. Ormeggiamo con tutta calma, l’acqua è limpidissima e profonda. 

Alla fonda nella baia Loviste
 Dopo poco in cucina si comincia a spiattellare per la cena. Questa sera lo chef consiglia: cubetti di speck con piselli in padella e patate al forno, insalatina verde e birra Karlovačko. Anche i “consigli” dello chef non si discutono! Mi pare chiaro!

Pronto in tavola!
Poi finalmente arriva la sera: c’è tutto un lavorio in atto man mano che si fa scuro. C’è chi provvede a smorzare pian piano la luce solare. C’è chi si cura di accendere le stelle un po’ per volta, e chi guarnisce il cielo con uno spicchio di luna. In un posto isolato come questo non si sente nessun rumore se non il frusciare della brezza notturna tra le barche alla fonda e l’onda che frange sugli scogli all’esterno della baia. Si vedono lontane le luci delle poche case del villaggio dei pescatori e di qualche pensione per turisti, più vicino a me quelle in testa d’albero che segnalano la presenza delle imbarcazioni. L’equipaggio, stanco delle lunga navigazione, mi ha dato già la buonanotte. Mi stendo in pozzetto su un comodo cuscino, pronto a godermi lo spettacolo in atto. Experience mi culla appena e in mezzo a tutto questo non realizzo più se sono sulla terra ferma, in barca, oppure navigo tra le stelle, tra i miei pensieri, tra il mio passato, il mio presente.
Penso ad un uomo che tanti secoli prima avrebbe osservato le stesse cose che vedo io e sentendosi come me, piccolo, insignificante, smarrito, in questo immenso. Allora come adesso, lo stesso uomo. Ma inizio ad avvertire un certo freddo. Brr. Forse è l’ora di andare in cuccetta. Laku Noč, Krvatska (Buona Notte, Croazia).

Alba alla fonda

venerdì 14 giugno 2013

2013 Da Zadar a Kérkyra - 2a parte



8 giugno, sabato – Si parte!
Dopo una lunga fase di preparazione fin nei minimi particolari, siamo pronti per mollare gli ormeggi. Experience è talmente emozionata di riprendere il mare che ci crea qualche problema in fase di avviamento, ma la sapiente manipolazione del comandante Sandro rimette subito le cose al loro posto. Sono le 10.15 e si parte con direzione Nord: bisogna doppiare la punta estrema di Olive Island per poi dirigerci verso l’arcipelago delle Kornati, o Incoronate, un vero paradiso per i velisti con centinaia di baie a disposizione in un paesaggio non deturpato dall’uomo. Tappa breve di 25 miglia prima di arrivare a Sali. Attracco alla banchina: ci vogliono più di 300 Kune per passare la notte tra gruppi di charteristi euforici che trasformeranno il molo in un pub all’aria aperta tra cori e schiamazzi notturni. È sabato sera: bisogna trasgredire! E vai giù di birra e di casino fino alle 4 del mattino. Se sei astemio… non dormi! E ti metti a scrivere della bella giornata e della magnifica passeggiata pomeridiana tra i sentieri in terra battuta e macchia mediterranea.

Banchina di charter esuberanti

Sentiero di Sali

Spiaggia di Sali


9 giugno, domenica – Kornati a noi!
Ore 10. Dopo la pessima nottata trascorsa ad ascoltare il popolo banchinaro lasciamo Sali e Dugi Otok, Isola Lunga, con poco rimpianto.
Ci dirigiamo verso le Kornati, di cui ho sentito spesso parlare bene. Leggero vento contrario da sud, la giornata è luminosa, il mare calmo, anche se la temperatura non è certo primaverile. C’è bisogno almeno di una felpa a manica lunga. Di farsi un bagno nemmeno a pensarci. Dopo un’ora di navigazione ci avviciniamo ad un punto particolare: è lo stretto di Katina, un isolotto che fa da porta d’ingresso all’arcipelago e di conseguenza al Mare Adriatico.


Ingresso parco delle Incoronate

The Captain

Le Kornati sono la parte più esterna e parallela alla costa centrale della Croazia. Tentiamo un primo passaggio a sud dell’isolotto ma il fondale è di soli 2 metri e desistiamo. Proviamo il passaggio più a nord, con fondale per noi sufficiente e si capisce subito che il contesto è cambiato radicalmente anche perché una cartellonistica esagerata ci comunica che siamo effettivamente nel parco naturale. Il paesaggio è sicuramente affascinante: una lunga sequela di isole, scogli affioranti, mede di segnalazione, qualche secca pericolosa ci consigliano la massima attenzione alla carta nautica e al navigatore satellitare. Le isole sono completamente brulle e un po’ di alberi e di verde si notano ai piedi degli isolotti dove tra questi spunta anche qualche casa. Per stare alla fonda nell’aria protetta, privata, si paga un ticket in base alla lunghezza della barca: la nostra paga circa 35 euro e la tariffa sale se il ticket viene fatto al volo dai ranger del parco, esattori in gommone che ci osservano già da lontano. In fondo queste Kornati sono un tratto di mare lungo circa 15 miglia molto frequentato da velisti e da barconi ricolmi di turisti. Pochi i motoscafi che sono obbligati ad una velocità massima di 5 nodi, per loro roba da spararsi! Purtroppo dove arriva il turismo arriva anche lo sfruttamento economico e ambientale. 

Case e verde alle Incoronate

Che freddo in Croazia!

Passaggi pericolosi

Tourist Attack


Notiamo purtroppo molta schiuma da detersivo, tanto che nonostante il ticket pagato, rinunciamo all’ancoraggio che avevamo scelto e puntiamo, per sfuggire a queste cose, su Potkucina, una baia di fronte a Kaprije, che ricordiamo essere libera da vincoli, per passare la notte alla fonda. Sorpresa, poveri noi: anche qui gavitelli a pagamento! Circa 30 euro ed in omaggio, offerta dalla casa, una bella pioggia! Tutto molto pittoresco, speriamo di dormire in santa pace e goderci la pioggia in barca, magari con una bella cena al caldo accogliente della dinette.

Gocce di pioggia sul bimini

Gocce di pioggia a Potkucina

10 giugno, lunedì – Scirocco contro
Al caldo della cuccetta di poppa sento lo scirocco che attraversa a più di 20 nodi il sartiame di Experience. Benediciamo a questo punto l’ormeggio sul gavitello. Una cosa è sentirsi aggrappati ad un’ancora di 15 kg, altra cosa è sentirsi rassicurati da un blocco di cemento di diversi quintali posato sul fondale. Posso continuare a sognare tranquillamente quello che mi pare. La luce del mattino rischiara tutta la baia di Potkucina e le oltre 30 barche avvinghiate ai gavitelli. Il vento è calato ma il cielo resta coperto, ci allontaniamo dalla baia in silenzio per non rompere l’atmosfera incantata.

Partenza dalla baia di Potkucina

Vincent

Sono appena le nove e ci troviamo circorcondati da tante isole e isolette. Si distende sulla nostra sinistra la costa Dalmata, noi puntiamo decisamente a sud-est, ma lo scirocco proveniente dalla stessa direzione comincia a soffiare contro di noi, creando anche una bella onda di prua. La meta prefissata a questo punto si allontana in quanto siamo costretti a puntare più verso la costa. Il fiocco a riva ci stabilizza un poco, ma è il motore che fa gran parte del lavoro. Intorno a noi una folla di vele che affrontano il mare ciascuna secondo le proprie possibilità. Una serie di bordi tra isolotti e incroci con altre barche ci conduce nei pressi della baia di Rogozonica. Decidiamo di trovare ormeggio da queste parti anche perché siamo stanchi di essere sballottati dalle onde dello scirocco. Alla fine della baia, quasi un cul de sac, troviamo un ampio spazio ridossato che ci ispira anche se le poche casette sulla riva non ci esaltano. Diamo fondo all’ancora e ci rifocilliamo con una ricca insalatona. Il brandeggio della barca ci porta però troppo vicini alla parete rocciosa e questo ci preoccupa un tantino. Intanto il vento salta di 180° e da sfavorevole alla nostra rotta iniziale diventa a favore e par che ci dica: “Allora, che aspettate? Perché non ne approfittate?” Un rapido consulto tra l’equipaggio e si decide di prendere di nuovo il mare, direzione Trogir, la nostra meta iniziale. Sono le 14.30, per le 17 dovremmo farcela. Infatti all’ora del tè ci troviamo all’ingresso del golfo della cittadina meta molto gettonata del turismo estivo. Diamo fondo in tre metri d’acqua a poca distanza dal centro storico, delle cui bellezze vi parlerò domani.

Trogir. Alba alla fonda

Trogir. Alba alla fonda


11 giugno, martedì – Trogir très jolie
L’assaggio breve di Trogir di ieri sera ci ha lasciato non poco stupiti in quanto non ci aspettavamo tanto! Veramente un posto particolare, fatto di strette viuzze lastricate in pietra bianca, tanti ristorantini caratteristici, un via vai di gente ma soprattutto alcune testimonianze d’arte di altissimo valore racchiuse in poche centinaia di metri quadrati. Non è un caso che questo piccolo centro storico sotto la tutela dell’Unesco dal 1997.
Stamattina abbiamo lasciato Experience tutta sola alla fonda e a bordo del nostro tender ci siamo inoltrati nel canale navigabile che ci porta a pochi metri dal centro cittadino.

Canal

 Entrare nel merito delle cose visitate risulterebbe impegnativo per una minuziosa descrizione, ma un portale romanico del XII secolo e di siffatta ricchezza artistica non capita tutti i giorni di vederlo. La visita al Duomo dedicato a San Lorenzo, l’interno con la cappella dedicata a Giovanni Orsini, il ciborio ottogonale, la diversità degli stili dal romanico al gotico fiorito fino ad arrivare al veneziano, ne fanno un posto unico e le frotte di turisti intruppati ne testimoniano l’importanza. Altra perla di questo monumento è il campanile gotico da cui si gode una veduta sul porto canale antistante attraversato da un ponte fisso.

Bifora del Campanile di Trogir

Portale romanico

Vista dall'alto del porto canale

Ma dopo questo tuffo nella storia dell’arte restano da appagare gli appetiti quotidiani. E cosa c’è di meglio che un bel giro nei mercatini locali, da quelli del pesce a quelli di frutta e verdura. Devo dire che da queste parti la verdura è ottima come sapore e freschezza. I prezzi, purtroppo, sono allineati a quelli in euro: per un kg di zucchine ci vogliono sempre 3,50 €. Carichiamo il nostro tender di tutta la spesa come si fa con i carrelli di un supermarket e poi via attraverso il canale del centro storico tra due ali di bar e chioschetti pieni di turisti alle prese con l’aperitivo o l’immancabile birra.
Sembrerebbe a questo punto un tranquillo pomeriggio di riposo, magari da dedicare alla lettura o all’ozio. E invece, dopo aver consumato una maestosa pasta e zucchine, il comandante “propone” di approfittare come ieri del vento teso favorevole per trasferirsi a Milna, un piccolo porticciolo sull’isola di Brac che ,per capirci, si trova a 18 miglia sud est di Spalato. La ciurma si consulta e sommessamente annuisce, avvalendosi del diritto al mugugno di genovese memoria. Dunque si riparte!
Prendiamo il mare con venti nodi di vento a favore. Fiocco a riva e motore che borbotta appena. Questo ci consente di filare a oltre sei nodi verso il Marina del consorzio ACI di Milna. Da ricordare solo uno spettacolare tramonto con le nuvole spennellate dal rosso della luce del sole al tramonto. Domani ci attende Hvar, figlio di Pdor e padre di Kmer! (libera citazione da Aldo, Giovanni e Giacomo) http://www.youtube.com/watch?v=WveYeC0Vzec

Tramonto rosso a Milna

mercoledì 12 giugno 2013

2013 Da Zadar a Kérkyra - 1a parte



Dopo un anno Experience riprende il viaggio:
vele al vento per nuove tappe e nuove emozioni


5 giugno, mercoledì – Si riparte
Partenza ormai consueta quella di giugno, domani mi aspetta in Croazia Experience con il suo equipaggio, per regalarmi l’ennesimo periodo di riflessione e di riposo, forse!
Dallo sbarco dello scorso anno molte cose sono cambiate nella mia vita, dalle elezioni alla L. N. I.  dove non mi sono ricandidato, a quelle della FIV, dove ho fatto poco o niente per essere rieletto, fino ad arrivare a tre giorni fa, quando ho annunciato pubblicamente la mia graduale uscita dalla presidenza di Vele di Levante durata ben otto anni.
Una virata radicale sulla rotta della mia vita al fine di recuperare un “privato” ormai sempre più condizionato da impegni e responsabilità per gestire cose che riguardavano il mio prossimo, sempre molto pronto a pretendere ma poco disposto a dare.
Ecco allora la decisione di tagliare i ponti gradualmente con il mio impegno profuso in questi anni nel sociale e ritornare a decidere del mio tempo, trovare gli spazi da dedicare alla famiglia, allo sport, alla lettura, alla musica, agli amici di sempre. Certamente dovrò riprogrammare le mie giornate, e questo, alla mia età, significa pianificare con coraggio e realismo i prossimi anni.
Iniziare questo nuovo percorso esistenziale con questo nuovo viaggio a bordo di Experience mi sembra certamente un ottimo avvio….

Snav Ancona-Split

 
6 giugno, giovedì – Quando la partenza è già viaggio
In una bella mattinata di sole arriviamo a Spalato con puntualità cronometrica. Barbara ed io ci siamo incontrati ad Ancona ed ora iniziamo insieme l’avvicinamento a Experience. Per la notte ci siamo arrangiati nella sala poltrone della Snav nel tentativo di farci un sonnellino, riuscito in buona parte. Lasciamo la bella nave e attraversiamo il check-in di controllo doganale sfiorati dalla inciviltà di un gruppo di devote pellegrine partenopee dirette al santuario di Medjugorje. Pur di guadagnare il regno dei cieli, si può anche evitare di fare la fila alla dogana! In attesa del Califfo e di Sandro, provenienti in moto da Zara, ci incamminiamo per una visita al mercato rionale di Spalato, ricco di colori e profumi a cui non siamo abituati. Ci concediamo l’assaggio di un prodotto da forno, una specie di sfoglia, tipo strudel, farcita di un’invitante marmellata di ciliegie. Poco dopo arrivano i nostri: Sandro e Italo, e disbrigate alcune pratiche per l’imbarco della moto ci accingiamo a risalutare Italo che deve rientrare in Italia per impegni sopraggiunti. Rimasti in tre, ci rendiamo disponibili per una lunga visita del centro storico, dove si erige in tutta la sua grandezza la residenza dell’imperatore Diocleziano (284 – 305 d.C.), nato a Salona, non molto lontano da questo suo palazzo e persecutore dei seguaci della nuova religione cristiana. Siamo appena sbarcati e già siamo immersi nella storia di questo paese che nel corso dei secoli spesso si è incrociata alla nostra. Ci intratteniamo ancora tra le viuzze e il terminal marittimo di Split, fino a quando l’autobus per Zara, distante quasi 150 km, ci accoglie per mostrarci durante il viaggio una serie di spettacolari e incredibili baie, sfiorate dai raggi di un sole sempre più al tramonto.
Dal terminal zaratino del bus fino al porto ci spostiamo velocemente in taxi per prender in tempo l’ultima corsa del traghetto che collega Zara all’isola di Ugljan, dove Experience ha trascorso l’inverno. Sono le 23.30 quando il portellone del traghetto ci espelle sul piazzale oramai deserto di Preko; cerchiamo un taxi che ci accompagni al Marina, distante 5 chilometri, dove ci attende impaziente Experience; incontriamo solo un vigile urbano che ci conferma che a quest’ora non c’è più il servizio taxi. Non ci resta che utilizzare il più tradizionale dei mezzi di trasporto: i piedi.
Per fortuna siamo muniti di valigie e borse con rotelle, che ci consentiranno di trasformare i 5 km di percorso che ci attendono in una via crucis notturna. Quella che sembrava essere una cocente fregatura è diventata, affrontata con il giusto spirito, una bellissima passeggiata notturna, tra viottoli che si inoltrano tra gruppi di case addormentate. Costeggiamo spesso il mare e alla nostra destra la costa dalmata illuminata ci indica il percorso. Durante tutto il tragitto incontriamo solo una persona che ci chiede preoccupata e forse incuriosita dove andiamo a quell’ora; nel mio perfetto inglese molto approssimativo, gli faccio capire da dove veniamo, dove andiamo, e che il nostro viaggio è iniziato alla grande ancor prima di aver mollato gli ormeggi. Ritrovare Experience che ci aspetta tutta tirata a lucido è come ritrovare un vecchio e caro amico. Basta uno sguardo per intendersi, poche parole. Adesso vogliamo solo dormire ed è quello che facciamo all’istante.

Mercato di Split
Mercato di Split
Palazzo di Diocleziano



Notturno con trolley


7 giugno, venerdì - Zara per tre
Decidiamo di riposarci un giorno e lo dedichiamo esclusivamente alle pratiche burocratiche di dogana presso il vicino posto di polizia. Mi metto addosso solo un costume a pantaloncino e una vecchia maglietta, ai piedi dei consunti mocassini… tanto rimaniamo nelle vicinanze!
Porto con me l’inseparabile marsupio carico di documenti, soldi, fotocamera, penne e notes e un coltellino multiuso. Questo è oramai il mio armamentario da turista in missione speciale. Porto con me anche il mio fidatissimo carrellino pieghevole per la spesa, d’altra parte… tanto rimaniamo nelle vicinanze! Ed io non devo far altro che mostrare il documento al militare preposto. Sono quasi le 12 e giunti all’ufficio ci accorgiamo che è chiuso e tale resterà per alcuni giorni. Bisognerà pertanto andare a Zara! Prendere perciò il traghetto, facendolo oltretutto in fretta, perché si rischia di perdere un’intera giornata senza quel documento della capitaneria. Il traghetto sta per partire, più tardi l’ufficio potrebbe essere chiuso, ed il tempo per tornare in barca a darsi una sistemata non c’è. Partiamo. E così mi ritrovo poco dopo nel centro elegante di Zara tra turisti adeguatamente abbigliati mentre io sono vestito da spiaggia, in più, con il fido carrellino al seguito! Sinceramente mi sento un poco a disagio, come forse lo sono i miei compagni di avventura che si portano dietro un Linus con carrellino al seguito. Espletate tutte le formalità, compreso un ottimo panino nel centro storico e la spesa nel mercatino locale, ritorniamo alla base nautica che è già tardo pomeriggio. Experience ci accoglie premurosa come sempre e mentre ci facciamo una birra le raccontiamo dei documenti fatti, della spesa al mercatino, dell’utilità del carrellino e di quel ridicolo Linus che lo spingeva.

Jadrolinija per Zara
Panino a Zadar
Che fatica la spesa
Ritorno al Marina di Ugljan