sabato 30 giugno 2012

Da Trani alla punta del Gargano

Da Mola di Bari a Lastovo

Trani e la sua cattedrale all'alba.

Ultima tappa pugliese della nostra risalita verso il nord, con circa 40 miglia che ci separano da Vieste da cui partiremo per attraversare l’Adriatico.
Lasciamo la bella Trani con la sua cattedrale ancora illuminata dalle luci della notte insieme ai battelli dei pescatori, questo per evitare le ore maggiormente assolate e il grande caldo previsto dal meteo. Puntiamo la prora verso i rilievi montuosi del Gargano che già si intravedono sopra la fascia di leggera foschia.
Anchor Woman
La baia di Pugnochiuso.

Navigazione tranquilla tanto da filare la traina con il risultato di prendere un paio di sgombri che rimettiamo subito in libertà, raccomandando loro di stare in futuro più attenti alle lusinghe di piume e luccicanti lustrini, che nascondono dolorose e acuminate sorprese (da che pulpito viene la predica!). Ci avviciniamo sempre di più alle bianche scogliere del Gargano e l’acqua diventa sempre più turchese, ma sulla sua trasparenza e pulizia ci sorge qualche sospetto.
Finalmente in acqua!!

Dopo vari tentativi di trovare un’acqua davvero pulita, infine diamo fondo all’ancora e al nostro repertorio di tuffi, “cufanielli” e “panzate” nella baia di Pugnochiuso.
Lo spettacolo delle rocce erose dal vento e dal mare nel tempo ci lascia attoniti!
Ancora 5 miglia di pennica per me, e attracchiamo nel porto di Vieste il cui ingresso è dominato da un bel faro che illumina la rotta notturna dei naviganti e che sarà per noi l’ultimo punto della costa italiana che domani ci lasceremo alle spalle prima di far solcare alla prora di Experience le acque croate.
L'entrata nel porto di Vieste con il suo faro.

giovedì 28 giugno 2012

Sciopero selvaggio


L'allievo e il maestro

È proprio vero che la vita in barca mette a dura prova anche rapporti consolidati da anni e basta un nulla per provocare la crisi. Vi racconto: dopo il giorno di sosta forzata in quel di Villanova, e dopo la lettera di scuse al dott. Maestrale, questa mattina il mare si è dato una calmata e così decidiamo di mollare gli ormeggi e risalire in direzione nord. Sono le ore nove di una bella mattina di sole e il vento è sceso sui 10 nodi. Il motore diesel, che in questi giorni non ha dato problemi, viene acceso e borbotta allegramente. Dobbiamo solo fare attenzione all’uscita dal porto che dista appena 50 mt dal nostro ormeggio. Gli scogli del molo di sottoflutto, invece, sono a poche decine di metri alla nostra destra e 50 mt. ancora più avanti, sempre a destra, ci sono delle secche molto pericolose su cui siamo passati a stento con il tender appena ieri.
Non mettiamo nemmeno il naso fuori ed ecco la carognata del motore che decide inaspettatamente di scendere di giri e ingolfarsi, per poi spegnersi del tutto lasciandoci in balia del vento, che naturalmente ci spinge pericolosamente verso il sottoflutto e, ancor peggio, sulla secca. Tutto ciò avviene a tre minuti dalla partenza con ancora il sapore di caffé in bocca e senza nessun cenno di preavviso.

Discussione in pozzetto sul sig. Yanmar.
Uomo Bionico: metà uomo e metà iPhone, ogni domanda ha la sua risposta!
Mauro: piccoli marinai crescono
“Sig. Yanmar, e non si fa così! E potevi spegnerti prima durante le 600 miglia che abbiamo percorso, al largo in mezzo al mare, mai un colpo di tosse, che so, uno starnuto.. Niente! Però covavi sotto la cenere la tua rabbia, e pensare che l’altro giorno ti avevamo rabboccato di un 300 ml. di olio, il giorno prima ti avevamo aggiunto l’additivo durante il pieno di gasolio per pulirti ancora meglio gli iniettori, e mentre controllavamo l’asticella dell’olio con la stessa “mappina”, o straccio, come dir si voglia, ti avevamo pulito il vano motore, roba che ci si poteva mangiare dentro – ci si poteva! Comunque ci hai fatto prendere una strizza mica da ridere. Meno male che l’equipaggio è stato reattivo e la barca in ordine! In un attimo abbiamo aperto il genoa per garantirci l’avanzamento ed evitare gli scogli; a prua Barbarella era pronta ad intervenire con l’ancora mentre il comandante in versione 118 ti apriva il vano, ti svitava, ti spurgava, ti rimetteva in moto. Tutta la giornata non hai più detto una parola. Hai capito che hai sbagliato. Ma noi ti perdoniamo, anche perché ti stai facendo un mazzo mica da ridere.” 

Mercato del pesce di Mola

Comunque per smaltire la strizza ci siamo consolati con una frugale cenetta a base di pesce di Mola di Bari, fresco di mercato. “Sig. Yanmar, A salut’ Vostra.”

Il pesce di Mola di Bari trasformato in cavatelli ai frutti di mare e maestosa frittura mista
Porto di Mola di Bari al tramonto, in attesa di Italia-Germania
Grandissima Italia! 2-1 alla Germania



mercoledì 27 giugno 2012

Turisti per caso



Tamerici e onde scosse dal maestrale


Nonostante la nostra lettera di scuse al dott. Maestrale, la situazione di oggi è ancora più proibitiva, tanto da farci rinforzare gli ormeggi con l’aiuto dell’esperto “Marinèr” e inventarci una sana ed utile occupazione alternativa.

Angiolett' Marinèr

Scelta quasi obbligata data la vicinanza della bianca Ostuni. Passaggio in auto, e ci ritroviamo subito proiettati nel centro storico, tra tanti turisti e altrettanti souvenir. Spettacolare il colpo d’occhio che si gode dalle terrazze della città. Rientro con mezzo pubblico e autista spericolato.



Turista della scala
Turista del portale

Turista...e basta
 
Nel pomeriggio mi concedo una bella passeggiata sul lungo mare deserto dove va in scena l’eterna lotta tra le onde, gli scogli e le tamerici piegate dal vento. La natura quasi incontaminata e la magia del momento rendono lo spettacolo affascinante e coinvolgente. Scatto alcune foto e con queste spero di riuscire a trasmettere le mie sensazioni. Buona visione.





martedì 26 giugno 2012

Al dott. Maestrale


Partenza da Brindisi del Califfo a piedi
Il porto di Brindisi by night
Brindisi. Colonna romana, termine della via Appia

Egregio dott. Maestrale,
ci risulta evidente che in questo periodo non viviamo un buon rapporto con Lei, forse a causa di qualche inesattezza proferita durante le nostre discussioni tecniche in pozzetto o di altre nostre mancanze a noi ignote. Questa sua insistenza ci causa una difficoltà di navigazione e qualche repentino cambio di programma.
Allora, prima di tutto, le chiediamo scusa sinceramente, associandoci al poeta che ha cantato di Lei “..e sotto il Maestrale urla e biancheggia il mar..” e La invitiamo a prendersi qualche giorno di riposo, caso mai facendosi sostituire da qualche Suo illustre collega, come il dott. Grecale , il prof. Scirocco, o il cav. Ostro, che in questi momenti potrebbero essere più funzionali alla nostra navigazione in direzione nord-ovest. Faccia Lei, noi rimaniamo sempre suoi convinti ammiratori.

Villanova di Ostuni. Sbarco dei profughi.

Due cuori e una vespa


Primi passi a vela

Oggi, infatti, data la situazione descritta, siamo riparati nel piccolo ma grazioso porticciolo di Villanova di Ostuni, accolti dalla ruspante cortesia di Angelo, detto “Mariner”. Assicurata la barca e montato il fresco tendalino, ci siamo dedicati al rito magico della sparizione del pane, in questo caso sotto forma di gustosi panini, esperimento riuscitissimo, come sempre!
E in condizioni ambientali favorevoli, ci siamo concentrati in una impegnativa seduta di “pennica nautica applicata”: trattasi di trovare in barca un posto fresco e ventilato, distendendosi comodamente con l’ausilio di cuscini e asciugamani, proteggendosi gli occhi dalla luce e sprofondando in un riposo intenso, regolare, profondo, capace di trasformare il normale respiro in un’aria sulle corde vocali detta in gergo “ronfo polifonico”. Una goduria pura per gli insonni come me.

Un amore di tramonto, o un amore al tramonto?

lunedì 25 giugno 2012

Prima e dopo Italia - Inghilterra



Kite-Surf con 20 nodi a San Cataldo


Domenica mattina partiamo da Otranto non prima di una bella passeggiata nel centro storico della città dove si erge la Cattedrale risalente al secolo XI. Il clima festivo mi suggerisce di omaggiare “il Califfo“ e l’equipaggio con dei dolcetti locali. Grande è l’apprezzamento! Prendiamo il largo con l’intenzione di raggiungere Brindisi distante 40 Mn. Ma il mare è mosso e il vento proveniente da Nord –Ovest, il che significa in senso contrario! Procediamo a motore perché con la vela  è impossibile. Passano alcune ore e il vento aumenta e di conseguenza anche le onde. Si soffre troppo e il comandante decide di fare marcia indietro. Ricoveriamo a San Foca di Melendugno dove c’è un bel marina attrezzato di tutto punto.




Ci riposiamo dalla faticata precedente e ci prepariamo a fare il tifo per l’Italia che se  la vedrà con l’Inghilterra. Festeggiamo la vittoria italiana con un grande sonno in previsione del definitivo trasferimento a Brindisi. Splendido inizio di giornata con mare calmo e vento leggero. Percorriamo le rimanenti 28 Mn. in totale tranquillità. Dopo cinque ore di navigazione entriamo nel profondissimo “porto  d’oriente” della città, già utilizzato dalla flotta romana dal III secolo AC.  Ormeggiamo presso i pontili della bella Sezione della LNI brindisina. Ci attende finalmente una serata in libera uscita come i tanti marinai imbarcati sulle unità navali militari.

 
Un tranquillo trasferimento
Entrando nel porto di Brindisi


Comunicazioni e dintorni

La Lega Navale Italiana di Brindisi