Mi presento: Come si intuisce vagamente, sono un elefante, età indefinita, faccia di bronzo, ma attrezzato al combattimento. Lo si evince dalle zanne minacciose, dalla coda tesa che funziona da puntatore infallibile, dalla torre merlata con vessillo come quelle dei castelli dell'alto medioevo, sui fianchi i simboli di appartenenza a qualche identità. Non importa quale - l'importante è che rappresenti un'idea, un concetto, un principio, un modo di essere e di vivere.
Maestosa e sollevata in alto la mia bella proboscide pronta ad abbattersi sul destinatario di turno reo di qualche malefatta, di qualche voltafaccia, della parola data e non mantenuta, del sopruso sul più debole, della violenza sui giovani e sulle donne, sugli indifesi, su chi abusa del suo potere, insomma su quei gran figli di puta che ci hanno ridotto nello stato in cui siamo. Che ci hanno rubato la speranza di un domani migliore, inquinando le nostre anime con cumuli di spazzatura e disvalori.
Tutto è funzionale al prelievo del soggetto in questione - al suo sollevamento sulle zanne tenuto ben fermo dalla proboscide. Poi una bella sbatacchiata a terra e se necessario, la concessione del bis. Poi posizionato con cautela tra le zampe posteriori - all'altezza dell'inizio della coda, dare avvio al vero trattamento: cioè, rivestire esternamente e indelebilmente il reo della stessa materia di cui è sostanzialmente composto. Questo per renderlo ben visibile e facilmente individuabile da tutti, nonostante il suo colletto bianco, il doppiopetto, le sue rassicuranti dichiarazioni televisive e non.
L'unico problema è che loro sono tanti, tanti, ed io incomincio a sentirmi stanco.
Ps. Questo elefantino in bronzo è il simbolo della contrada della Torre in quel di Siena ed è poggiata su una fontanina con la scritta "Victoria" in via Salicotto. L'opera, realizzata dallo scultore Mario Berrettini risale all'anno 1984.