sabato 23 giugno 2012

L'arrivo del "Califfo"

L’arrivo del “Califfo” si è fatto sentire subito. Sveglia alle cinque (anche a Corfù, vi assicuro, era buio pesto), ma a dire il vero il programma della giornata era intenso e prevedeva 80 miglia per arrivare sulla costa italiana in serata in quel di Otranto. Risalito alle prime luci dell’alba l’ultimo tratto dell’isola di Corfù sfiorando di un pelo il confine Albanese, ci imbattiamo in un gruppo di tre isole, una delle quali molto grande in altezza, Ereikoussa, che ci accompagnerà con la sua sagoma per almeno 20 miglia e della cui esistenza non ne avevo la minima conoscenza.




Mare mosso con vento da Nord Ovest dai 15 ai 20 nodi e onda al mascone di dritta, navigazione mista vela e motore che ci ha consentito di praticare una velocità sui 6 nodi. Alla fine tutto bene e avvistiamo il faro di Capo d’Otranto alle ore 18,00. Il tempo per ormeggiare nel porto di Otranto utilizzando la disponibilità della locale sezione della LNI. E infine maccarone veloce, gelatino e partita Spagna-Francia.
La bandiera greca di cortesia viene ammainata. Siamo in acque italiane.

Il faro di Capo d'Otranto

Ormeggiati presso la LNI. di Otranto

venerdì 22 giugno 2012

Che Experience!



È da questa  mattina che a bordo si vive un certo trambusto, c’è aria di preparativi, di  nuovi arrivi, di un nuovo trasferimento. Ho capito da alcuni discorsi fatti, che arriverà anche il mio attuale armatore, quello che ha deciso di comprarmi dopo il divorzio dal primo. Si è vero, le cose non andavano bene da un po’ di tempo e in questi casi, quando passa l’amore è meglio ricominciare un’altra storia. Infatti con Italo è stata subito passione! È lui che mi ha portato dall’Adriatico al profondo e azzurro Tirreno, è lo stesso che mi ha fatto solcare le acque de golfo di Napoli e poi ha deciso sette anni fa di portarmi nelle acque del mito, nell’Egeo, nello Ionio, tra isole e isolette di cui non ricordo nemmeno più il nome tante ne ho conosciute, da Itaca a Castellorizzo, da Lesbo a Idra, fino a questa recente navigazione da Samos a Corfù. Devo dire che in questo periodo sono stata coccolata ed ho ricevuto tutte le cure possibili, anche perché spesso, di me, si è occupato il fratello dell’armatore, Alessandro. Un tipo niente male, pignolo, precisino, un ottimo marinaio che mi ha frugato in ogni parte: e sopra, e sotto, e dentro, e fuori, tanto che se solo ci penso arrossisco dalla vergogna. In fondo sono pur sempre una signora del mare! E non ne parliamo degli amici che sono transitati a bordo… Ne ricordo solo alcuni: Nik, Ivan, Enzo, Alberto detto Belin, Lello, Barbara. Devo dire tanto simpatici, per molti di loro sono stata la classica “nave scuola”. Ovviamente ho ascoltato tutto e tutti e non vi dico…, tanto loro erano convinti che le barche non sentono, non capiscono, non hanno un'anima. Poveri scemi! Noi barche invece siamo sì degli oggetti - ma molto più di un’auto, di una moto, noi siamo come la casa dove ci sono gli affetti, ma forse ancora di più perché con noi si viaggia, si vivono emozioni forti, dalle burrasche alle notti in rada con il cielo pieno di stelle. L’unione che si crea tra la barca e il comandante o di chi ne fa le veci è un qualche cosa che si forma e si trasforma giorno dopo giorno e più la barca è ben tenuta, più è curata, più è tangibile l’intesa raggiunta. È un poco come per i sogni, tutti dicono che sono sciocchezze, eppure provate a fare la differenza tra una vita senza sogni e una vita con un sogno che si vuole raggiungere, anche se impossibile. Ma scusate queste mie considerazioni personali. Forse sarà perché domani torno in Italia, in Adriatico (dove ho toccato l'acqua del mare per la prima volta) e dopo sette anni di Kalimera, Ouzo e Zaziki, mi sento un poco emozionata. Come vi dicevo, non è che siamo fatte solo di legno e vetroresina.

giovedì 21 giugno 2012

Kerkyra


Questo è in greco il nome della grande isola di Corfù terra dei Feaci, la prima a Nord dell’eptaneso, cioè delle sette isole dello Ionio. Questa è la direzione su cui è puntata la nostra prua, una volta lasciata la tranquilla Sivota. Alle 11,00 passiamo sotto l’antica rocca militare della città, una imponente fortificazione che ricorda i fasti del periodo della Serenissima Repubblica di Venezia che deteneva in queste zone il controllo dei traffici commerciali con l’oriente.


Arriviamo nel moderno marina di Gouvia, dove ci attendono alcune incombenze di riassetto imbarcazione. Dura è la vita del marinaio! Ma l’occasione è ghiotta per visitare un poco meglio questa isola molto apprezzata dagli italiani specie dai pugliesi dati i numerosi collegamenti con Bari e Brindisi, l’ultima a sole 70 miglia: noleggio un motorino con tanto di casco e cartina annessa. Punto il dito su un nome fascinoso: Paleokastritsa, che si trova sul lato ovest dell’isola e via a tutto gas. Mi attendono squarci da costiera amalfitana, con acqua limpidissima e vegetazione rigogliosa.




Giunto al paese alcune indicazioni mi portano al monastero ortodosso dedicato alla Vergine Maria. Salire fin su in motorino è uno scherzo e le vedute che si godono sono da mozzare il fiato. Mi accingo allora alla visita di questi sacri luoghi che trasudano storia arte e fede. Incontro casualmente tra queste mura un anziano sacerdote ortodosso, basta un rispettoso saluto in italiano per provocare un piacevolissimo incontro con l’Archimandrita Makarios con cui mi intrattengo per oltre mezz’ora. rivelatosi un profondo conoscitore di cose italiane che non ti aspetti di trovare in un posto del genere. Un incontro bellissimo che rende davvero speciale questo pomeriggio.
L'Archimandrita Makarios

 







Da Astakos a Corfù, risalendo lo Ionio (arrivederci Grecia...)

mercoledì 20 giugno 2012

Da Preveza a Sivota con scalo a Paxos

Due giorni in uno per raccontare la partenza all’alba da Preveza e la puntata verso le due isole di Antipaxos, superata senza scalo, e Paxos, dove ci siamo ormeggiati nello splendido porto canale frequentato da rumorosi guppi di gabbiani, anatre e oche. Un posto veramente magico con piccole calette, un’acqua splendida che rivela ancora di più la bellezza di questa parte del Mare Ionio. Troviamo posto quasi in piazza dove la vita serale è scandita dai Campionati Europei di Calcio. Assistiamo così comodamente dal pozzetto alla partita Inghilterra Ucraina, sorseggiando ovviamente un bicchiere di ouzo offerto magnanimamente dal Comandante.









Mercoledì mattina ripartiamo alla volta di Sivota e appena fuori incrociamo una nave dalle forme a me molto note. Ma sì è proprio lei: la Minoan Lines Highspeed allestita e varata nei cantieri di Castellammare di Stabia a 50 mt. dalla mia barca e dalla sezione LNI. E’veramente il caso di dire “l’ho vista nascere!”. Sicuramente una forte emozione, considerando che questa è stata l’ultima nave varata a Castellammare.


Poco dopo entriamo a Sivota: un porticciolo protetto da alcuni isolotti particolarmente rigogliosi. Il caldo si fa sentire e da naviganti ci trasformiamo in comuni bagnanti da spiaggia con tanto di telo e cappellino.


lunedì 18 giugno 2012

Tra canali, boe e secche

Risveglio tranquillo e splendida passeggiata nel verde dell'insenatura di Vathi, in alcuni punti panoramici si domina tutto il golfo di Meganisi. Si mollano gli ormeggi e ci si dirige lentamente a motore alla volta di Skorpios che si distende immobile in tutta la sua dolente bellezza. Il pensiero corre puntualmente a chi l'ha resa famosa in tutto il mondo.Proseguiamo tra splendide isolette che sinceramente non mi aspettavo così belle.


Isola di Skorpios

Dirigiamo sicuri verso Lefkas fino a quando non ci immettiamo in un lungo canale delimitato da una serie di boe che indicano bassi fondali. In pratica una stretta strada a doppio senso, sembra di essere sulle strade che portano al mare la domenica mattina; molti che vanno in un senso, pochi che vanno in senso contrario. Noi che andiamo verso il Nord siamo in minoranza. Giungiamo nel porto-città di Lefkas per uno scalo tecnico e per una breve sosta con tanto di ormeggio incasinato dei nostri vicini. Ci rimettiamo in moto perché si deve superare il ponte girevole che si apre allo scoccare di ogni ora. Alle 15,00 infatti il ponte semovente ruota come una comune porta domestica e permette alle barche in attesa di attraversare lo stretto passaggio.
Quello che ci aspetta subito dopo non è solo stretto ma anche basso, infatti l'ecoscadaglio ci avverte più allarmato del solito che navighiamo in 2,50 mt. di acqua. Qualcuno, infatti, alla nostra dritta è rimasto ahimé insabbiato ed è in attesa di soccorso.

Doppio senso
Il ponte girevole di Lefkas

Uscita dal canale di Lefkas. A destra barca arenata

Finalmente di nuovo il mare aperto per l'ultimo sforzo della giornata, l'ultimo tratto che ci divide da Preveza, distante per me solo una "pennica" lunga cinque miglia. Anche in questo caso passaggio obbligato tra le boe e poi finalmente nel vastissimo porto dove possiamo effettuare un comodo ormeggio all'inglese, cioè "spaparanzato". Il resto della serata è tutto dedicato a Ghiros, Mithos e gelatone. Ma di questo non vi racconterò nulla.


Porto di Preveza






domenica 17 giugno 2012

Da Astakos a Vathi di Meganisi

Al suono delle campane domenicali di Astakos, molliamo gli ormeggi in compagnia delle piccole barchette charter sospinti da un vento da Est.
Risaliamo l'isola di Kastos e poi quella successiva di Kalamos.
Ci concediamo un bagno invogliati dalle splendide acque cristalline e da una spiaggia immacolata, sotto una cascata di rigogliosa vegetazione mediterranea.






Risaliamo ancora l'isola per dirigerci ad Ovest, verso la sagoma particolare e frastagliata di Meganisi alle cui spalle si erge imponente Lefkada. Un bel colpo d'occhio in questa parte dello Ionio contornato da ogni parte da isole e terraferma. Un vero paradiso per gli amanti della vela, che numerosi lo solcano.
Approdati a Vathi ci rilassiamo con una birra fredda su una panchina finalmente stabile all'ombra di una palma. Dall'altra parte dell'imsenatura, verso il mare aperto, si scorge il profilo della famosa isola di Skorpios, teatro del jet set internazionale negli anni '70.