È da questa mattina che a bordo si vive un certo
trambusto, c’è aria di preparativi, di
nuovi arrivi, di un nuovo trasferimento. Ho capito da alcuni discorsi
fatti, che arriverà anche il mio attuale armatore, quello che ha deciso di comprarmi
dopo il divorzio dal primo. Si è vero, le cose non andavano bene da un po’ di
tempo e in questi casi, quando passa l’amore è meglio ricominciare un’altra
storia. Infatti con Italo è stata subito passione! È lui che mi ha portato
dall’Adriatico al profondo e azzurro Tirreno, è lo stesso che mi ha fatto
solcare le acque de golfo di Napoli e poi ha deciso sette anni fa di portarmi
nelle acque del mito, nell’Egeo, nello Ionio, tra isole e isolette di cui non
ricordo nemmeno più il nome tante ne ho conosciute, da Itaca a Castellorizzo, da Lesbo a Idra, fino a questa recente navigazione da Samos a Corfù. Devo dire che in questo
periodo sono stata coccolata ed ho ricevuto tutte le cure possibili, anche
perché spesso, di me, si è occupato il fratello dell’armatore, Alessandro.
Un tipo niente male, pignolo, precisino, un ottimo marinaio che mi ha frugato
in ogni parte: e sopra, e sotto, e dentro, e fuori, tanto che se solo ci penso
arrossisco dalla vergogna. In fondo sono pur sempre una signora del mare! E non
ne parliamo degli amici che sono transitati a bordo… Ne ricordo solo alcuni:
Nik, Ivan, Enzo, Alberto detto Belin, Lello, Barbara. Devo dire tanto
simpatici, per molti di loro sono stata la classica “nave scuola”. Ovviamente
ho ascoltato tutto e tutti e non vi dico…, tanto loro erano convinti che le
barche non sentono, non capiscono, non hanno un'anima. Poveri scemi! Noi barche
invece siamo sì degli oggetti - ma molto più di un’auto, di una moto, noi siamo
come la casa dove ci sono gli affetti, ma forse ancora di più perché con noi si
viaggia, si vivono emozioni forti, dalle burrasche alle notti in rada con il
cielo pieno di stelle. L’unione che si crea tra la barca e il comandante o di
chi ne fa le veci è un qualche cosa che si forma e si trasforma giorno dopo
giorno e più la barca è ben tenuta, più è curata, più è tangibile l’intesa
raggiunta. È un poco come per i sogni, tutti dicono che sono sciocchezze,
eppure provate a fare la differenza tra una vita senza sogni e una vita con un
sogno che si vuole raggiungere, anche se impossibile. Ma scusate queste mie
considerazioni personali. Forse sarà perché domani torno in Italia, in
Adriatico (dove ho toccato l'acqua del mare per la prima volta) e dopo sette anni di Kalimera, Ouzo e Zaziki, mi sento un poco
emozionata. Come vi dicevo, non è che siamo fatte solo di legno e vetroresina.