23 giugno, domenica – Kassiopi
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Turisti a Kassiopi |
Sì, è vero che il mattino ha
l’oro in bocca. Anzi, aggiungerei, anche nelle gambe! Ritemprato da un buon
sonno, mi viene voglia di fare quattro passi tra le rovine del Castello Bizantino
che sovrasta il golfo, la banchina dove siamo ormeggiati e la graziosa
cittadina di Kassiopi. Di questa roccaforte attualmente è rimasto in piedi solo
il muraglione perimetrale la cui lunghezza totale non supera il chilometro. Tra
queste mura e con alterna fortuna trovavano rifugio gli abitanti dalla zona per
difendersi sia dalle invasioni delle tribù barbare sia dalle mire
espansionistiche dei Goti, dei Normanni e della Serenissima Venezia. L’interno
risulta un po’ trascurato anche perché rigogliosa è la vegetazione spontanea,
salvo qualche centenario esemplare di ulivo.
Sono appena le 6 e 30 del mattino
e sono ovviamente l’unico visitatore. Cammino lentamente tra l’erba alta, su un
piccolo tracciato formato dal calpestio di altri visitatori. Unica compagnia:
un grande silenzio in un’atmosfera suggestiva che mi fa vagare indietro nel
tempo. Penso alla paura delle persone assediate dagli invasori, alle donne e ai
bambini la cui speranza di vita era affidata solo alla protezione di quelle
mura possenti e al capriccio del destino. Ogni tanto mi arrampico su qualche
masso dirupato, respiro profondamente la brezza del mattino e mi riempio gli
occhi del blu luminoso e trasparente di questo mare.
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Dall'alto del Castello |
Esco un po’ turbato da quelle
antiche mura e mi incammino verso il paesino che si sta risvegliando dal
torpore della notte. Mi soffermo a guardare vecchie foto del piccolissimo villaggio
di pescatori che un tempo era Kassiopi. Queste sono esposte e pronte per la
vendita davanti ad un fornito market. Colpito dalla mia interessata curiosità,
si affaccia sulla soglia il proprietario. Un anziano dai capelli bianchi e
stirati all’indietro che porta bene i suoi tanti anni. Mi sorride e mi parla,
in un buon italiano, delle differenze tra il porto di allora e quello di oggi,
facendomi notare di quanto il mare si sia ritirato. Mi parla inoltre di un
episodio di quando era un ragazzino di appena 12 anni. Riguarda i numerosi soldati
italiani che erano sull’isola con gli alleati tedeschi al tempo del cambio di
comando avvenuto in Italia con la sfiducia a Mussolini da parte del Gran
Consiglio e della successiva caduta del fascismo. Proprio a Corfù c’era un
grosso contingente militare italiano che si trovò a dover combattere contro gli
ex alleati tedeschi, aiutato in questo dai partigiani comunisti dell’isola.
Un episodio ripetuto nei modi e
nei tempi nella non lontana Cefalonia, dove si ebbero da parte italiana più di
ottomila morti riportati dalla nostra storia come l’eccidio di Cefalonia, una delle pagine più amare dell’ultima
guerra.
Saluto il mio vecchio amico con
una stretta di mano e un sorriso molto amaro.
24 - 25 giugno, lunedì e martedì – Sivota o
Mourtos!
Ci avviciniamo sempre più alla
nostra meta finale, ma dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per sistemare
la pratica dell’ormeggio di Experience. Niente di meglio che costeggiare Kérkyra
e approdare sulla costa continentale. Muortos è un paesino moderno nato dalle
richieste del mercato turistico. Niente da spartire con il tipico paesaggio
delle Cicladi o delle Sporadi, ma in compenso la zona è ben collegata, ha belle
e numerose spiagge e tre isolette distanti dalla terraferma poche centinaia di
metri.
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Alba nel porticciolo di Mourtos |
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Lonely bay |
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Lonely beach |
Le tre isole, nisis in greco, si chiamano N. Sivota, N. Mauros, e
l’immancabile N. Ay Nikolas. Sulla terraferma sorge l’ex villaggio di pescatori
Muortos, che di sera non è per niente muortos in quanto chiama a raccolta i
vacanzieri e i residenti del circondario. Noi optiamo per una tranquilla notte
in rada, protetti dalle tre isole che ci riparano dal vento e dalle onde.
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Alla fonda a N. Sivota |
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Uh maro', arrivano i pirati! |
Con il tender si scende a terra
per la spesa e tra le cose acquistate una bottiglia di Ouzo Barbayanni, il
tipico liquore greco all’anice che avrà il compito di correggere il rituale caffè pomeridiano e di chiudere tutte le nostre
prossime serate. Un po’ come faceva la
Rai in bianco e nero di una volta, verso mezzanotte, una rete
che scendeva sul mappamondo e tutti gli adulti a letto. Per i bambini e i ragazzetti
ci aveva già pensato l’immancabile carosello.
Nella mattinata successiva, una
incursione a terra del nostro Captain ci allerta sulla possibilità di trovare
posto in banchina. Dieci minuti dopo siamo a regolare le barbette che ci
tengono già legati al pontile mentre Barbara, sempre più anchor woman ufficiale,
sistema l’ancora a prua talmente bene che ci vorrà l’intervento del Captain in
versione sub per sfilarla dalla catenaria dove si era incastrata. Bella la vita
in rada ma ci vuole anche il resto. Telefono per sentire casa, wifi per il
blog, qualche bar per una bella birra fredda. Mi faccio i soliti due passi e in
una stradina secondaria di Mourtos vedo un bar con l’insegna “Caffe Mauro”: “Quasi
quasi mi sparo un espresso!”
“Kalimera”, dico alla finta
bionda al banco. “Please, one coffee.” Lo bevo con gusto, niente male. “How much?” “Two euro, mister.”
“Two euro per ONE coffee!” (Tra me: “Ma li mourtos c’ha tin’ tu e memmeta, manco
in piazzetta a Capri!”)
Tra una lettura, un bagnetto e un
riposino, si fa subito sera. Il Captain decide di cenare fuori e per evitare
altre sorprese decidiamo di ritornare da una vecchia conoscenza provata l’anno
scorso. Si chiama: Tradicional Taverna – Steak House. Chiediamo se c’è
disponibilità per una presa elettrica per il note book e se c’è le rete wifi. Nonostante
la sala sia già affollata, la risposta è affermativa.
Dimitri ci mette a disposizione
un tavolo da sei posti un po’ defilato per non essere disturbati e cenare in
santa pace. Scegliamo tre diverse pietanze di carne: pollo, misto carne e per
me agnello al cartoccio, che definire favoloso è poco. Il tutto accompagnato da
verdure al forno innaffiate doverosamente da un boccale di Mithos. Chiedo al
gentile Dimitri di posare per me per una foto per il blog. Ne è sorpreso e
compiaciuto e poco dopo di sua iniziativa ci porta un’altra Mithos e un
assaggio di dolcino.
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Dimitri |
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La taberna di Dimitri |
Siamo sazi e il blog è stato pubblicato. Sbaracchiamo la postazione
e chiediamo il conto. Incredibile: 12,00 € a testa! La palma di migliore
ristorante incontrato andrà sicuramente a questa taverna per qualità, cortesia
e prezzo. Salutiamo e confidiamo nel detto: Non c’è due senza tre. Cià Dimi'
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Una dritta per gli amici! |